Tommaso da Modena (Modena, 1326 – 1379)
vviato all'arte dal padre Barisino (m. 1343), completò la sua formazione a Bologna; i riferimenti ai modi di Vitale e dei miniatori bolognesi, presenti nelle opere giovanili (trittichetto, firmato, nella Galleria Estense di Modena, 1345; altaroli nella Pinacoteca naz. di Bologna e nella Walters art gallery di Baltimora), trovano un'originale elaborazione espressiva negli affreschi che T. lasciò a Treviso, dove dimorò a lungo (1348-58 circa). Per il convento di S. Nicolò eseguì oltre al fregio .
nella sala capitolare con Quaranta personaggi illustri dell'Ordine domenicano, potentemente individuati, su un pilastro della chiesa S. Girolomo e Sant'Agnese fra S. Romualdo e S. Giovanni Battista. Concordemente attribuiti a T. sono la Madonna col Bambino e santi in S. Francesco e le Storie di s. Orsola per S. Margherita (scoperto nel 1882; affreschi staccati ora nel Museo civico), vigorose ed espressive nel ricco gusto narrativo. Al periodo trevisano risalgono anche un trittico e un dittico, firmato, eseguiti per Carlo IV e inviati in Boemia (1355, Castello di Kalstejn), che mostrano un forte influsso senese. Inoltre, sempre a Treviso nella chiesa di santa Lucia ha raffigurato in un affresco i santi Cosma e Damiano con gli strumenti della loro professione.
La sua attività, dopo il ritorno a Modena, è scarsamente documentata: a parte la frammentaria Madonna sul pilastro del pulpito del duomo e quella in S. Agostino, il suo nome è stato associato soprattutto agli affreschi con Storie di s. Ludovico in S. Francesco a Mantova; le numerose attribuzioni, espunte poi dal suo corpus, sono tuttavia una conferma della sua profonda influenza sull'arte dell'Italia settentrionale