Tiziano Vecellio (Pieve,1480 - Venezia,1576) - I Santi Medici nell'Arte -Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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Tiziano Vecellio (Pieve,1480 - Venezia,1576)

Tiziano Vecellio, meglio noto soltanto come Tiziano, nasce a Pieve, in provincia di Belluno, fra le dolomiti del Cadore, presumibilmente tra il 1480 e il 1485. È stato uno dei più 
importanti artisti della storia italiana, ammirato e studiato in tutto il mondo. Discende da una nobile famiglia, suo padre Gregorio, notaio, oltre agli onori di prestigiosi incarichi, è anche un alto Ufficiale della milizia e supervisore delle miniere della Serenissima. Il pittore è il secondogenito della famiglia, composta da cinque figli. Stando a fonti certe, desunte dalle date delle opere dell'artista e delle commissioni a lui consegnate, Tiziano arriva a Venezia, allora al culmine del suo splendore e della sua ricchezza, quando non ha ancora compiuto vent'anni, sul finire del 1400.
La prima bottega nella quale arriva, è quella di Gentile Bellini, pittore ufficiale della Serenissima [159]. Dopo la sua morte, che arriva nel 1507, il giovane artista passa alla bottega di Giovanni Bellini, il quale subentra al fratello nel ruolo di artista di corte. Venezia è la capitale della stampa europea. La Cancelleria di San Marco e la Scuola di Logica e Filosofia di Rialto sono centri vitali di studi storici, letterari e scientifici, meta d'incontro di importanti personalità culturali non solo italiane. In questi anni, passano per Venezia anche artisti come Leonardo, Dürer e Michelangelo
Martirio dei santi Cosma e Damiano ubicato presso la chiesa dei Capuccini a Ortisei
Agli inizi del Cinquecento l'arte figurativa veneziana è in costante rinnovamento e Tiziano può apprendere questa evoluzione dai migliori maestri del tempo, come Vittore Carpaccio, Giovan Battista Cima da Conegliano, i giovani Lorenzo Lotto e Sebastiano Luciani poi detto "del Piombo" e, naturalmente, il grande Giorgione da Castelfranco. La prima opera ufficiale che Tiziano esegue per la Repubblica è costituita dagli affreschi sulla facciata di terra del Fondaco dei Tedeschi. Il pittore esegue il lavoro tra il 1507 e il 1508. Due anni dopo, nel 1510, si fa portavoce 
dell'autocelebrazione della città di Venezia, eseguendo la "San Marco in Trono" per la chiesa di Santo Spirito in Isola e nella quale San Marco, incarnazione della Serenissima, svetta su un trono al centro dell'opera, più alto di tutti, si erge statuario, vangelo alla mano appoggiato scenograficamente sul ginocchio, ricordando la maestosità di sculture coeve [160]. In basso stanno i santi Cosma e 
Damiano, due medici, san Sebastiano e san Rocco, patrono degli appestati che mostra, come al solito, la sua piaga aperta sulla gamba. Nel volto di san Rocco è stato individuato un possibile autoritratto giovanile dell'artista, mentre altri ipotizzano che nei santi, così individualizzati, siano nascoste le fisionomie di personaggi contemporanei, magari personalità di spicco nell'assistenza ai concittadini. Il pavimento a scacchi chiarisce la collocazione dei santi nello spazio, ben riuscita e generante una sicura circolazione di forme e masse.

Tiziano Vecellio muore il giorno 27 agosto del 1576 nella sua casa di Biri Grande, a Venezia [161]
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