Michele Damasceno (Creta, 1530 circa - 1592 circa) - I Santi Medici nell'Arte -Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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Michele Damasceno (Creta, 1530 circa - 1592 circa)

ato a Creta, come attestano le firme apposte in calce ai suoi dipinti, le tappe della sua vita sono ricostruibili sulla base della localizzazione e della cronologia delle numerose opere sinora rintracciate: tale ricostruzione è peraltro resa controversa dall'esistenza di altri pittori suoi omonimi, sì che l'arco di tempo in cui si esplica l'attività del nostro è stato fatto oscillare tra il XV e il XVIII secolo.

Sicuramente documentato è il soggiorno veneziano (1574-1581), mentre  più vaghe sono le notizie che concernono gli avvertimenti precedenti e  seguenti questo torno d'anni. Il Damasceno dovette trasferirsi giovanissimo a  Zante, dove restano suoi dipinti (1525). Alle dipendenze dei monaci di  S. Caterina dei sinaitici dové esercitare la professione di trascrittore  di manoscritti e forse di miniatore. Incerte, ma presumibilmente anteriori al soggiorno veneziano,  le date delle sue soste in diversi monasteri sul monte Athos, nel  monastero di S. Luca a Levadià in Focide, a Mitilene, sul Sinai e a  Corfù, dove il suo passaggio è segnato dalla presenza di dipinti  firmati. Anteriore al periodo veneziano è anche l'attività Pugliese dei Nostro, testimoniata da una Madonna del Rosario nella  chiesa di S. Benedetto di Conversano (Bari) - replicata con poche  varianti, forse dallo stesso Damasceno [292] o dalla sua bottega, per la  chiesa di S. Maria dei Martiri a Molfetta - databile a poco dopo il  1572. Nel 1574 il Damasceno fu chiamato a Venezia, per provvedere alla  decorazione della chiesa di S. Giorgio dei Greci, eretta dalla comunità  greca a Venezia a partire dal 1539 (architetto Sante Lombardo) e consacrata nel 1561.

La produzione del Damasceno fu copiosa e sparsa in tutta l'area del  Mediterraneo orientale; più di una ventina sono le opere conservate a  Venezia ma, oltre che nelle località già citate, numerosi sono i dipinti  nella chiesa metropolitana di Creta (contemporanei al soggiorno  veneziano: 1574-15829), nel Museo Benaki di Atene e in collezioni private  ateniesi: una produzione la cui consistenza e qualità giustificano la  fama che accompagnò in vita il Damaskinós. Massimo esponente della  pittura tardobizantina che da Creta e Cipro si diffuse anche sulle coste  italiane dell'Adriatico (soprattutto in Puglia e a Venezia), questa  singolare figura d'artista si colloca esemplarmente tra Oriente e  Occidente: alla tradizione paleologa sono riconducibili infatti le sue  icone cultuali, di misura strettamente bizantina e tutte intrise del  prezioso gusto decorativo dell'area metropolitana.

A Venezia nella chiesa di San Giorgio dei Greci di rito greco ortodosso il Nostro artista tra il 1574 e il 1582 si è cimentato con due grandi icone dei santi Cosma e Damiano poste simmetricamente sull’iconostasi; i due Santi Medici sono rappresentati con gli attributi dell’arte medica.



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