Giuseppe Porta (Castelnuovo di Garfagnana, 1520 - Venezia, 1575) - I Santi Medici nell'Arte -Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
Vai ai contenuti

Menu principale:

Giuseppe Porta (Castelnuovo di Garfagnana, 1520 - Venezia, 1575)

chiesa di san Zaccaria a Venezia
iglio di Ludovico e di una certa Maria de Rocca, nacque il 20 maggio 1520 a Castelnuovo Garfagnana, feudo estense in territorio toscano. La sua formazione si svolse a Roma,
dove giunse nel 1535 accompagnato da uno zio che lo mise a studiare con Francesco de’ Rossi, detto il Salviati, a quel tempo una delle personalità emergenti nel panorama artistico romano. Nella primavera del 1539 intraprese, al seguito di Francesco Salviati, un viaggio verso il Nord Italia, che lo condusse prima a Firenze, poi a Bologna e infine a Venezia, dove i due artisti giunsero ai primi di luglio del 1539. In questo contesto si colloca l’esordio artistico di Giuseppe Porta che, nell’ottobre del 1540, realizzò, firmandolo, il frontespizio illustrato de Le sorti intitolate giardino d’i pensieri di Francesco Marcolini, nonché alcune delle allegorie e dei ritratti di filosofi che adornano il volume, che si distinguono per l’impostazione romanista nei gesti e nelle pose. Simili caratteristiche tornano anche nei primi lavori pittorici che ci sono giunti, come nel caso della Resurrezione di Lazaro , oppure della tavola con La caduta della manna.

Attorno al 1544 viene tradizionalmente fissata la commissione dei dipinti per il monastero di S. Spirito in Isola a Venezia, a quel tempo oggetto di un ambizioso programma di riqualificazione architettonica e pittorica, per il quale Porta realizzò le portelle dell’organo con Il trionfo di David e David e Saul, come pure il telero con l’Ultima cena per il refettorio e i tre tondi con scene del Vecchio Testamento. L’insieme, trasferito alla Madonna della Salute a seguito della soppressione dell’Ordine nel 1657, testimonia un cauto avvicinamento ai modi della pittura veneziana contemporanea, soprattutto sul piano delle scelte volumetriche e cromatiche.

Tra i lavori più importanti eseguiti a cavallo della metà del secolo, e di cui si conservano in certi casi anche disegni preparatori con interessanti varianti iconografiche, vanno ricordati: la Presentazione di Gesù al Tempio e santi, eseguita nel 1548 su commissione dei procuratori di S. Marco de Ultra per l’altare Valier ai Frari; la Deposizione dalla Croce per S. Pietro Martire a Murano, risalente al 1548-50 circa; l’Assunzione della Vergine per S. Maria dei Servi, del 1550-55 circa; le pale con la Vergine e i ss. Antonio abate e Bernardo e i Ss. Girolamo, Caterina, Giovanni Battista e Tomaso, rispettivamente per la cappella Dandolo e Bragadin a S. Francesco della Vigna, databili intorno al 1550-56.

Nel 1556 partecipò, assieme ad altri sei colleghi (tra i quali Paolo Veronese, Andrea Schiavone e Battista Franco), alla decorazione del soffitto della Libreria marciana di Venezia, promossa dai procuratori di S. Marco a completamento dei lavori dell’edificio sansoviniano destinato a conservare il patrimonio librario della Repubblica. Porta contribuì con tre tondi allegorici raffiguranti Minerva, la Fortuna e la Virtù, Le arti di fronte e Mercurio e Plutone ed Ercole e Bellona, contraddistinti da una sequenza ordinata e metodica di personificazioni e figure mitologiche, rese con misurati equilibri di forme e cromie.

L’intervento marciano contribuì a mettere in luce le sue capacità nel settore dell’allegoria politica e civile, in seguito nuovamente saggiate con la raffinata lunetta con l’Allegoria di Venezia come Giustizia (Londra, National Gallery), realizzata per la Zecca e databile al 1558-59. Tra le opere di questo periodo si ricorda anche la pala con i santi Cosma e Damiano, Giovanni Battista e Zaccaria, commissionata dal medico Benedetto Rinio, compiuta attorno al 1559 [291]. Più problematica è invece l’autografia delle quattro Sibille per la chiesa di S. Maria del Giglio, per le quali è registrato un modesto pagamento a suo nome di 14 ducati nel maggio 1560. A proposito della pala in cui sono raffigurati i Nostri, elemento centrale di queto portale, questa è allocata sul secondo altare, alla sinistra per chi entra nella chiesa di san Zaccaria e rappresenta i Santi Medici accanto al letto di un ammalato.

Morì a Venezia tra il marzo 1575 – quando il Senato gli rilasciò un  privilegio per alcuni macchinari idraulici e il 18  aprile 1575, quando il figlio Teseo gli subentrò nella titolarità della  casa a San Trovaso. Oltre che per la sua  attività pittorica e per il suo contributo allo sviluppo in chiave  classicista dello stile pittorico veneziano, Porta è ricordato dalle  fonti anche per la sua attività di studioso e per le sue riconosciute  competenze nel campo della matematica e dell’astrologia.
Torna ai contenuti | Torna al menu