AGRESTI, Livio, detto Il Ricciutello (Forlì, 1508 – Roma, 1580) - I Santi Medici nell'Arte -Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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AGRESTI, Livio, detto Il Ricciutello (Forlì, 1508 – Roma, 1580)

Agresti Livio sec. XVI, Crocifissione con i Santi Cosma e Damiano
GRESTI, Livio, detto Il Ricciutello. - Nato a Forlì da Silvestro "ab Agreste" intorno al 1508, fu pittore, avendo come
maestro il conterraneo Fr. Menzocchi, ma formandosi più tardi nella corrente del manierismo romano. La sua prima opera nota è del 1535: tornato da un viaggio a Roma, iniziò allora gli affreschi della cappella del Sacramento nel duomo di Forlì (nove affreschi con Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, oggi nella Pinacoteca della stessa città). Il 6 apr. 1541 riceveva 20 scudi d'oro in pagamento di due tavole dipinte per S. Maria dei Servi. In questo periodo deve essere stato chiamato a Ravenna a dipingere per la chiesa di S. Spirito la tela con i  SS. Vescovi Colombini
(già molto restaurata ai tempi di F. Scannelli): qui, secondo il Vasari, avrebbe lavorato a fresco su commissione dell'abate de' Grassi. Ad epoca anteriore al 1550 vengono datate le quattro figure dei SS.Cosma, Damiano, Andrea, Francesco, che si trovano nel coro della chiesetta dei Romiti (S. Maria del Voto) a Forlì; lavorava anche nel seminario della città, e lasciava, nella chiesa di S. Antonio di Ravaldino, una Adorazione dei Magi e una Deposizione.

Tornato nel 1554 a Roma, "si fece buon pratico; come si può veder -  scrisse il Vasari - in alcune facciate ed altri lavori a fresco". Nel 1555 passò in Umbria. Tra il 1557 e il 1560 troviamo opere sue in diverse chiese tanto da essere, in questo periodo, molto florido.
Popham-J. Wilde [288], lodando l'A. come inventore dell'arte di dipingere sulle  tele d'argento, ricorda sette dipinti fatti per il cardinale d'Augusta,  Otto di Waldburg, che lo avrebbe condotto in Germania procurandogli  molto lavoro; la notizia del viaggio in Germania è ripetuta dal Marchesi  e sarebbe da riferirsi agli ultimi anni dell'Agresti. Anche il Vasari  menzionava "sette storie dipinte sopra tela d'argento", dicendole però  regalate a Filippo di Spagna per ornamento di una stanza. Tra le opere  dell'A. a Forlì lo Scannelli ricorda ancora quadri nelle chiese dei  francescani e dei gesuiti, alcune Storie a chiaroscuro nel palazzo pubblico, un S. Gerolamo in casa Monsignani e alcune Storie di Giulio Cesare in  casa Torelli. Secondo il Baglione l'A. avrebbe lavorato a Roma in  Castel S. Angelo sotto la direzione di Pierin del Vaga e dipinto la  facciata (oggi perduta) di fronte al palazzo Sacchetti in via Giulia.
La maggior parte dei quadri dell'A. si trova nella Pinacoteca di Forli: Presentazione al tempio; Pietà (1562); quattro dipinti su rame (Miracolo  dell'Ostia, Gli Ebrei mangiano l'agnello pasquale, Cristo in atto di  comunicare gli Apostoli, Sacrificio di Melchisedech); Crocifisso con Angioli; Morte di Maria. Suoi  disegni si conservano nelle raccolte dei Gabinetti dei disegni di  Firenze, Londra, Windsor, Vienna, ecc., e nella Pinacoteca di Forlì.

In una chiesa della diocesi Ancona - Osimo [289] troviamo una tela raffigurante la Crocifissione con i santi Cosma e Damiano, attribuita a Livio Agresti datata nel sec. XVI (1500-1599).  Si tratta di una cornice di forma rettangolare costituita da due profili esterni dorati e  da un profilo interno dipinto di nero decorato con motivo vegetale e  floreale dorato che si ripete nei quattro angoli e al centro dei quattro  lati del rettangolo inventariata nei beni storici e artistici della diocesi di Ancona - Osimo.


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